Renato Leotta






Renato Leotta
Torino, 1982

“Mi muovo intorno ad un elemento ed una ritualità comune al mio tempo ed al mio paesaggio, credo che ciò abbia a che fare strettamente con l’identità e le sue derive geopolitiche. Quello che immagino in questo lavoro è una azione di disimpegno e di collocazione di noi in un tempo che si distorce, e coinvolge principalmente la nostra parte più intima, le incertezze e tutte le narrazioni possibili che coinvolgono l’infinita letteratura dell’uomo abbandonato a se stesso. Dell’uomo che scompare e del tempo che resta da abitare.”
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“Le opere di Leotta attivano un processo di lettura verso i luoghi, cercando di immaginare e ricostruire la rete di connessioni che li hanno determinati. Il risultato è vicino alle forme di un'antropologia interpretativa, trasfigurata mediante riferimento a una varietà di echi artistici e letterari. L'indagine di luoghi, eventi storici e reperti sono ben istruiti nel segno di una dimensione temporale di stratificata, organizzata visivamente per mezzo di analogie, parallelismi e discontinuità.” (Vitrine GAM Torino)
“ Il lavoro di Renato Leotta si può descrivere come un diario personale, di cui ogni installazione forma un capitolo che riporta l’esperienza di un luogo particolare. Nelle sue mostre, ogni opera singola fa parte di una rete di connessioni volte a dare conto di un paesaggio e di alcuni eventi storici che vi hanno avuto luogo.” (Francesco Manacorda)

Dal 2008 affianca alla sua ricerca artistica un percorso di sperimentazione curatoriale attraverso il progetto CRIPTA747 con base a Torino.

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